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l’Inferno della poesia napoletana

Quando la comicità diventa volgare ovviamente perde molto del suo stile, ma nella poesia il gesto artistico spesso perdona una certa qual trivialità di contenuti… nella poesia napoletana, poi, un senso di leggiadria dona nobiltà anche al peggiore insulto… Nell’inferno della poesia napoletana c’è tutto questo… e letta da Aldo Giuffré potrebbe entrare nei migliori salotti della Roma bene e non sfigurerebbe neanche ad un festival di letteratura, anzi…

Cadendo dal balcon suor Margherita
finì col cul sul cazzo di fra Carlo
si ruppe il cul, ma ebbe salva la vita
si domanda: doveva ringraziarlo?
Dato per certo che la pìa creatura
tutta compresa di mortal spavento
non provò il gusto dell’inculatura
la si dispensa dal ringraziamento.

2 thoughts on “l’Inferno della poesia napoletana

  • Adriano Rossi says:

    L’autore del testo citato non è napoletano. E’ la corrispondenza tra due poeti (uno molto famoso) fatta su un tavolino di un bar a Bologna. Il senso dei versi è quello citato, ma molto meno triviale.

  • Tallmaris says:

    Ciao Adriano. Alcune fonti li danno come versi del Carducci su un banco di scuola anche. Mi hai incuriosito, andró a controllare sul libro se l’autore e menzionato e ti faró sapere.

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